top of page
tini.jpg
  • lacasadeitini0

Noi siamo i migliori amici del nostro cane?

Aggiornamento: 28 giu 2020

Senza ombra di dubbio possiamo affermare che il cane sia davvero il migliore amico dell’uomo, capace di amarci incondizionatamente. Lo attestano manifestazioni di fedeltà ed affetto davvero uniche. Ma siamo davvero sicuri di essere alla Sua altezza? In questo articolo cercheremo di fare una riflessione in merito.

Come abbiamo visto in un precedente articolo (rileggilo qui), la domesticazione del cane è iniziata circa 15 mila anni fa. Lo stesso cane potrebbe aver selezionato per necessità il sapiens sapiens, delineando così, non solo una storia di amicizia antica, ma una co-evoluzione. In seguito l’uomo capì che poteva prendere le redini della situazione e guidare, a proprio vantaggio e beneficio, il processo di riproduzione di questi suoi compagni.


Questo è il punto chiave: l’essere umano che, per interesse, iniziò a “plasmare” questi animali impiegandoli nella caccia, nella guardia, nella difesa, come aiuto con gli armenti ecc. Il cane diventò quindi un essere utile nello svolgimento di determinati incarichi. Questa visione, meramente utilitaristica, da soli pochi anni è stata in parte superata da una nuova immagine del cane che, da semplice oggetto, viene riconosciuto come soggetto senziente. Nonostante questo, ancora molte persone, proprietari inclusi, vedono nel cane un essere inferiore al servizio dell’uomo.


Questo probabilmente perché gli studi sulla psicologia canina sono davvero recentissimi e l’idea stantia del cane sottomesso al padrone è ancora viva nelle coscienze umane. Basta infatti aprire il web e “googlare” per leggere frasi del tipo: “i segreti per farsi obbedire dal cane”, oppure “addestrarlo all'obbedienza” e ancora “insegnare al cane a rispettare il proprietario”.

Una vera e propria visione antropocentrica della “relazione” dove l’uomo si impone, impartisce ordini ed il cane deve eseguire. Una domanda sorge dunque spontanea: il rispetto del cane si insegna o si guadagna? Dando un occhio all'etimologia del termine emerge quanto segue:


rispètto s. m. [lat. respĕctus -us «il guardare all'indietro; stima, rispetto»]. – 1. a. Sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso qualcuno.

Il rispetto, dunque, non si deve esigere ma si costruisce attraverso una relazione equilibrata e sincera. E’ giunto quindi il momento di privarci dello “scettro del potere” , scendere dal trono di despota e rivalutare il rapporto col nostro cane. Immagine forte? Forse si, ma dovuta. Perché molto spesso più che “amici del nostro cane” siamo dei veri e propri rompi palle, per non dire altro!


Siamo davvero sicuri che il nostro cane non subisca la nostra presenza e veda il rapporto come imposizione? Domanda da un milione di euro! La risposta amici è davvero semplice: mettetevi nei panni del vostro cane e, con occhio critico, “osservatevi” ed "ascoltatevi". Basta davvero mettersi in discussione e smettere di credersi sovrani della vita di un altro essere vivente. Come? Cambiando appunto punto di vista e tenendosi a mente queste parole chiave che mi furono insegnate dal nostro maestro cinofilo al quale sarò grata a vita:


Prevenire, anziché correggere.

Insegnare, anziché ordinare.

Rispettare, anziché dominare.

Chiedere, anziché esigere

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page