top of page
tini.jpg
  • lacasadeitini0

Il cane e le emozioni

Per metterci in relazione con il nostro cane è importante conoscerlo a fondo sotto vari punti di vista, oggi andiamo alla scoperta del suo cervello che è esattamente come quello di tutti i mammiferi, e quindi anche come il nostro. Ma come è fatto quindi?


Com’è fatto il cervello


Per capire come sia fatto il nostro cervello, prendiamo in considerazione la teoria del cervello tripartito di Paul Donald MacLean. Facciamo finta che la nostra mano rappresenti il cervello, abbiamo:



  1. Il tronco encefalico (la parte finale della mano fino al polso), la parte più antica che hanno anche i rettili, ha il compito di occuparsi del ritmo sonno-veglia, del cibo e della difesa del territorio, in pratica è l’area del cervello base che ci aiuta a sopravvivere.

  2. Il sistema limbico (il pollice che si chiude sulla mano), contiene l’amigdala, la ghiandola che gestisce le emozioni e che si attiva, ad esempio, per darci il segnale di ‘paura’ in situazioni considerate potenzialmente minacciose. L’amigdala ha un ruolo fondamentale ed influenza molti aspetti della vita, bypassa addirittura i circuiti neurali superiori. Il sistema limbico è legato dunque alle emozioni in generale, ma anche alle motivazioni.

  3. La neocorteccia (il resto delle dita che si chiudono sul pollice), deputata ai pensieri.

Oggi sappiamo che il sistema limbico non corrisponde ad una vera e propria organizzazione anatomica, che non è caratterizzato esclusivamente da connessioni interne ma anche esterne, che non media solo risposte di tipo emotivo ma anche alcune funzioni cognitive e - fattore di enorme importanza - sappiamo che, anche alcune aree corticali sono coinvolte nei processi emozionali.


Il cervello del cane è quindi uguale a quello umano?


Anche se queste divisioni di Mac Lean (1985) sono molto semplicistiche è chiaro che soltanto la neocorteccia ci distingue dal resto dei mammiferi. Le altre due parti - cervello rettiliano e sistema limbico - sono sostanzialmente simili ed è qui che hanno origine le emozioni. Il cane ha quindi tutte le strutture necessarie (rispetto alla dimensione neuro-fisiologica e del sistema nervoso centrale) per poter provare emozioni.

Questo è stato confermato anche dalle ricerche di Gregory Berns che, grazie alla risonanza magnetica funzionale dei cani, ha potuto confrontare il cervello umano e quello canino. Pur riscontrando alcune differenze correlate alla funzione e alla struttura - avendo una forma differente ed un conseguente diverso collocamento delle aree celebrali - ha osservato delle analogie tra il cervello rettiliano di MacLean e il sistema limbico dell’uomo e del cane. La corteccia celebrale è invece radicalmente differente poiché nel cane possiamo individuare solo la parte anteriore, posteriore ed i lobi temporali e non sembra esserci invece un lobo frontale (ciò che ci distingue veramente dagli altri primati). Dal momento che quest’area è legata soprattutto agli output, ossia alle azioni che compiamo, possiamo pensare che si sia espansa per accogliere funzioni cognitive di livello più elevato tra cui , ad esempio, il linguaggio e l’abilità di pensare in astratto, al futuro e al passato.


Quindi, i cani provano emozioni!


Ebbene sì: i cani provano emozioni e non mettono semplicemente in atto un meccanismo stimolo-risposta, come il modello comportamentista degli anni ’60 aveva a suo tempo determinato.

Le ricerche neuroscientifiche contemporanee ci dimostrano infatti che i cani provano paura, fierezza, confusione, felicità, depressione, sorpresa ed un’altra vasta gamma di emozioni di base.

Secondo le ipotesi del gruppo di studi del dipartimento di Psicologia dell’università di Portsmouth, i cani, vivendo in ambiente umano da più di 15.000 anni, si sarebbero adattati a tale ambiente sviluppando mimeticamente delle capacità presenti anche nell’uomo, in questo caso la capacità di provare emozioni di base.

I nostri fidati amici a quattro zampe infatti sarebbero capaci di empatizzare con gli esseri umani, riconoscono il nostro stato d'animo e sono capace di riprodurlo provando anch'essi delle emozioni.


Gli altri mammiferi


Sempre più esperimenti dimostrano la complessità del cervello animale e la capacità di provare e comprendere le emozioni altrui. Un recente studio ha evidenziato l’altruismo nei topi, in pratica ai topi è stato insegnato a premere un pulsante per ottenere del cibo, successivamente ai partecipanti è stato mostrato che ogni volta che premevano il pulsante per ottenere del cibo, un altro topo riceveva una scossa elettrica. I topi hanno così smesso di premere il pulsante, rinunciando al cibo pur di evitare la sofferenza agli altri.


La responsabilità delle nostre emozioni


E non è tutto. I nostri cani riescono a comprendere le emozioni che proviamo nei confronti delle persone con cui ci relazioniamo, così come le emozioni che provano queste persone, e comprendono i vari ruoli all’interno di quel determinato gruppo. Questo cosa significa? Significa che le capacità del nostro cane dipendono anche da come siamo fatti noi. Il cane infatti fa parte di un sistema complesso in cui il suo comportamento e le sue emozioni influenzano il nostro comportamento e le nostre emozioni, e viceversa. Tutto ciò è possibile proprio grazie al complesso cervello di cui siamo dotati entrambi.


Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page